Evoluzione del trattamento delle ulcere cutanee

Evoluzione del trattamento delle ulcere cutanee

Le ulcere cutanee degli arti inferiori rappresentano una delle patologie più diffuse nel panorama sanitario mondiale. In Italia le ulcere interessano da 1 a 3 milioni di persone, cioè 0,4 – 4% della popolazione globale, con una incidenza crescente nella popolazione anziana (A. Arzini, “Ulcere arti inferiori: epidemiologia e inquadramento diagnostico” 2011).

Le ulcere da decubito colpiscono dal 4 al 9% dei pazienti ospedalizzati e tra il 10 e il 25% negli anziani.

La prevalenza delle ulcere degli arti inferiori (tutte le possibili cause) è dell’1% circa nella popolazione generale, con un picco del 5% nella popolazione con età superiore a 70 anni. Il 15% dei pazienti diabetici presenta un’ulcera del piede e il numero delle lesioni è destinato ad aumentare in previsione dell’aumento dei pazienti diabetici nel prossimo decennio (F. Campitiello, C. Lauriello, Percorsi diagnostico-terapeutici ospedale – Territorio per la gestione delle ulcere cutanee, 2001).

L’ulcera cutanea è una lesione della pelle che non è in grado di rimarginarsi e guarire da sola. Il processo di riepitelizzazione, per ragioni meccaniche o patologiche non evolve secondo il normale processo riparativo, per cui la lesione tende a rimanere aperta e a cronicizzare invece di guarire. A differenza delle lesioni trofiche o ferite che guariscono in poco tempo, le ulcere croniche possono durare mesi se non anni e il 67% di esse sono recidivanti. Quasi costantemente le ulcere cutanee degli arti inferiori rappresentano un epifenomeno di affezioni a carattere generale (aterosclerosi, diabete, malattie autoimmuni) o distrettuale (insufficienza venosa cronica, infezione dei tessuti molli o osteomieliti, traumi). Vediamo le più frequenti tipologie di lesioni ulcerative.

Ulcera da decubito o da pressione: è un’area localizzata di danno della cute e dei tessuti sottocutanei causata da forze di pressione, trazione, frizione, o da una combinazione di questi fattori, che si forma normalmente in corrispondenza di prominenze ossee e la cui gravità è classificata in stadi.

Ulcera vascolare: può essere acuta o cronica, in genere colpisce gli arti inferiori con ostruzione o alterazione della circolazione e conseguente danno tissutale. L’ulcera vascolare, a seconda dei vasi coinvolti, può essere a sua volta distinta in venosa, arteriosa e mista. Un discorso a parte meritano le ulcere in corso di vasculiti.

Ulcera diabetica del piede: una condizione di infezione, ulcerazione e/o distruzione di tessuti profondi associate ad anomalie neurologiche e a vari gradi di vasculopatia periferica degli arti inferiori. Rappresenta una complicanza importante del diabete, direttamente correlata ad un aumento di disabilità, morbilità e mortalità.

Tutte le ulcere cutanee provocano dolore e a seconda della localizzazione e della natura possono essere associate a sanguinamento, gonfiore e arrossamento. In base alla diversa eziologia anche le cure saranno diversificate, tuttavia ricordiamo che la guarigione di una lesione cutanea passa per l’acronimo TIME:

1) T Rimozione del tessuto necrotico/non vitale (idrocolloidi, idrogels e collagenasi);

2) I Rimozione della carica batterica: controllo dell’infezione (Idrofibra e Ag, alginati ed Ag, Poliuretano ed Ag, Iodosorb);

3) M Controllo dell’essudato (idrocolloide composite, idrofibra e poliuretano);

4) E Correzione della matrice (cellulare ed extracellulare), correzione del microambiente biologico (idrocolloide, collagenasi, acido ialuronico);

Per quanto riguarda la stimolazione dei processi riparativi, è noto come la stimolazione elettrica rientri tra i trattamenti consigliati nel trattamento delle ulcere cutanee.

In questo articolo ci soffermeremo su una tecnologia di elettrostimolazione transcutanea di recente generazione conosciuta come Frequency Rhythmic Electrical Modulation System (FREMS) che, come evidenziato in studi scientifici, può integrarsi, amplificare e rinforzare le terapie specialistiche.

Questo trattamento innovativo si avvale di un sistema in grado di generare particolari sequenze di impulsi elettrici basati sull’onda” Lorenz”, modulabili secondo le caratteristiche dei tessuti con cui si va a interagire e eccitabili in modo diversificato in base al setting di cura e alla soglia di sensibilità del paziente. Variando la serie di sequenze di impulsi in una successione prestabilita, con diversi valori di frequenza, ampiezza e durata (modulazione multi-parametrica) si modula un’azione antalgica, vasoattiva ed antinfiammatoria.

Evidenzia come la FREMS stimoli la vasomozione incrementando il rilascio di fattori angiogenetici come il VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor) e il b-FGF (basic–Fibroblast Growth), potenti induttori della permeabilità vascolare e della proliferazione dei miociti.

Il miglioramento della vasomozione, aumentando il flusso ematico e quindi l’ossigenazione, favorisce il ripristino dell’omeostasi e la capacità di drenaggio del sistema linfatico ottenendo una riduzione dell’edema e dell’infiammazione. Il trattamento FREMS, inoltre, agisce sulla riduzione del dolore sia immediatamente dopo l’applicazione che a lungo termine e, promuovendo la riepitelizzazione, è in grado di accelerare la guarigione e ridurre l’area della lesione. Una volta avvenuto l’inquadramento eziologico della lesione, strutturata la terapia sistemica nonché il trattamento locale secondo i principi del TIME e della Wound Bed Preparation, valutata l’eventuale necessità di contenzione elastica, è possibile accelerare il processo di guarigione e ridurre la componente algica applicando il protocollo FREMS secondo il seguente schema operativo.

Fase Domiciliare

Procedere alla medicazione 2 volte al dì fino a chiusura dell’ulcera; detersione della lesione con soluzione salina 0,9% o ringer lattato; applicazione mousse dermatologica a base di Acido Ialuronico, Argento Colloidale e Sucralfato; applicazione Gel con funzione antibatterica e cicatrizzante.

Fase Ambulatoriale

Elettrostimolazione FREMS fino a chiusura dell’ulcera

– 15 sedute di trattamento F.R.E.M.S. quotidiane alternate a un periodo di pausa di 7 giorni della durata variabile dai 25’ ai 60’;

– Toelettatura dell’area della lesione 2 volte a settimana sotto stimolazione onda F.R.E.M.S. applicando il programma “dolore urente localizzato”.

 

“Articolo in collaborazione con Dott. De Meo Bruno, Evangelista Luca, Palombo Elisa | estratto da: Medimia Magazine anno VII n°25 marzo/maggio 2018 pag 44 e 45”

Dr. Ricci

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