L’impegno, lo sforzo delle Società Medico-Scientifiche, determinano documenti di consenso e linee guida sulla prevenzione e trattamento delle malattie cardiovascolari, ischemica aterosclerotica in particolare, principali causa di morte nella popolazione italiana; secondo l’Istat responsabili, in Italia, del 37,1% dei decessi. Le patologie venose d’altronde interessano una larga quota di popolazione e l’incidenza del tromboembolismo venoso è di 117 casi ogni 100mila persone.
Nei vari testi, frutto di un attento lavoro di sintesi, vengono indicati i percorsi clinici di maggiore efficacia ed appropriatezza per le attività di prevenzione secondaria delle recidive ischemiche nei pazienti con malattia cardiovascolare aterosclerotica. Di fatto, il clinico pratico dispone di forti evidenze scientifiche e di molti documenti di sintesi, nazionali e locali, che dovrebbero indirizzare coerentemente la sua azione quotidiana. Eppure i dati che emergono dagli studi di osservazione nel cosiddetto “mondo reale” ci dicono che non è così. In effetti, le informazioni disponibili per il nostro paese sembrano indicare che tutte le misure di prevenzione secondaria, seppure certamente efficaci, vengono prescritte ed applicate significativamente meno di quanto si dovrebbe. Nel complesso si deve constatare con sorpresa e rammarico che le raccomandazioni contenute nelle linee guida sono spesso disattese nella pratica clinica corrente. I fattori di rischio, come ipertensione, ipercolesterolemia, fumo, sedentarietà, obesità non vengono combattuti efficacemente. Questa situazione comporta un inevitabile tributo in termini d’incidenza di nuovi casi e di recidive, spesso invalidanti o potenzialmente letali. In questo momento, tuttavia, le più sensibili associazioni scientifiche mediche convenute nel convegno, e di certo il consiglio della SIAPAV regione Lazio, ritengono necessario tentare il superamento delle difficoltà che impediscono il dispiegarsi di efficaci attività di prevenzione primaria e secondaria nelle patologie vascolari. L’evento si propone di fare il punto sulla Prevenzione Cardiovascolare e definire scenari sostenibili d’intervento di implementazione efficace delle evidenze scientifiche attualmente disponibili, agendo sull’inerzia, sull’accidia trattamentale. Necessariamente saranno valutate strategie comunicative e d’advocacy sulla popolazione.
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